Ami ambivalenti

C’è un riparo dai morsi dell’età nella corsia delle parole lette, intriganti e mai credute nel loro luminoso artificio.
Eppure, come silenziosi ami agganciano i miei occhi, vibrano ambivalenti e senza interruzioni mi straziano col loro non senso.
La distopia che domina, infrange sogni.
Disegni appena accennati tremano incompiuti e già rinnegati.
Il mio passo mi trascina per abitudine, verso il vuoto d’un abbraccio mancato…

Perdonare per vivere meglio…

Non è facile da attuare, ma è l’unica strada che ci permette di ritrovare l’armonia interiore. Abbiamo sperimentato tutti, nei rapporti conflittuali, quanta sofferenza sentiamo assieme alla rabbia corrosiva che davvero riesce a torcere i nostri poveri visceri. Ma prima dobbiamo riuscire ad accettare e vincere la lotta con il nostro orgoglio che vuole dettare la correttezza dei nostri comportamenti.

Il perdono così spontaneo quando si è bambini, così difficile da adulti. Percepito da chi non lo usa come una umiliazione, un dichiararsi inferiore a chi ci ha offeso. E’ l’ego che dirige i nostri atteggiamenti, infarciti sempre di vanagloria. Invece basterebbe riflettere per capire che tra l’angosciosa rabbia che ci pervade quando siamo offesi, e la pace interiore nel sentirsi più buoni con riflessi soprattutto sulla nostra salute, conviene sempre utilizzare quest’ultima soluzione. Pensiamo solo agli effetti negativi di chi cova rancore: pressione che si alza, aritmie cardiache e infarti, insonnia e spesso ossessioni. Il perdono annulla tutti questi disturbi donando di nuovo energie benefiche.

Il perdono vero, non è compreso in quella frase che si sente spesso: io perdono, ma non dimentico. Infatti la prerogativa del vero perdono, è la dimenticanza dell’episodio e di chi ci ha ferito. Come se nulla fosse successo, come se il nostro feritore non fosse mai esistito. E ricordandolo si riesce a vederlo sotto un’altra luce, a capirne le ragioni, e ad averne compassione. Il perdono è da sempre una delle condizioni che portano verso il trascendente, come consigliato da tutte le più illuminate religioni, il cristianesimo con gli insegnamenti di Gesù in testa.

C’è anche chi lo ritiene non consigliabile, sottovalutando il suo effetto: F. Nietzsche lo riteneva una caratteristica delle persone deboli, Freud dannoso per l’autostima, Schopenhauer un disconoscimento di esperienze già fatte.

Per attuare il perdono c’è la condizione primaria di perdonare prima di tutto se stessi. Quando capiremo che come esseri umani siamo imperfetti, al di là di ogni nostra volontà, riusciremo anche a comprendere le ragioni altrui. Nel perdono, si cede qualcosa “per-dono” si dona la nostra compassione agli altri, ma prima lo dobbiamo a noi. A volte servono anni di elaborazione, ma quando giunge, allora si sperimenta la gioia di vivere.

Una delle tecniche per arrivare prima ad usarlo, è quello di scrivere la rabbia provata, in una lettera che non sarà mai spedita al nostro offensore, e di scriverci dal suo punto di vista la risposta che vorremmo sentire davvero. È così che si mette in moto una di quelle misteriose capacità della nostra esistenza. Si dice che pensare in positivo attivi il cervello a mandare onde che saranno percepite anche a distanza, da chi è coinvolto. Io credo sia vero. Ho constatato di persona il ribaltamento improvviso di situazioni senza soluzione.

Un’altra meno usata ma di una efficacia superiore è quella di appartarci nella nostra interiorità e di pregare il nostro Dio, qualunque sia la convinzione religiosa. Il suono ripetitivo della preghiera, calma e produce le onde theta, quelle del benessere interiore, del rilassamento mentale e della guarigione spontanea. Un’altra ancora, è quella di capire che il nostro Dio vuole dirci qualcosa attraverso il nemico, vuole mostrarci ciò che dobbiamo cambiare della nostra esistenza, in continuo divenire.

6/9/2012 R.G.

Gioielli Rubati 255: Carla Viganò – Maria Pina Ciancio – Patrizia Puleio – Salvatore Leone – Jonathan Varani – José Bustamante y Espinoza – Elisa Falciori – Maria Grazia Galatà.

almerighi

Questa claustrofobia
a settembre abbandonerà
la tensione di un paradiso infuocato
E finalmente attraverso
muri subacquei nel tunnel
in un varco ampio un’ Atlantide
immensa come un dio personale
su una barca senza remi
.
di Carla Viganò, qui:
https://www.facebook.com/carla.vigano.391
.
*
.
D’improvviso la tua piccola stanza
si è fatta il tuo piccolo mondo
Il tuo letto un giaciglio
il passato un cerchio di ombre e presenze
che cura e lenisce i giorni e le notti,
le ultime ore una porta socchiusa
su un corredo di alcol, cotone, siringhe.
E anche l’odore del tuo dopobarba è sparito.
Posso cadere qui, sai
mentre ti cerco le mani
morbide e arrese come non le avevo mai viste
Io non sapevo che un padre potesse
farsi bambino e poi figlio
e chiedere
‘come si fa per mangiare’
‘come si beve’
‘adesso cosa devo fare?’
E consolarsi in un sonno a singhiozzi
che…

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Restauri a metà

Gli esperti vogliono convincermi
la trave dovrà essere abbattuta
ma solo a metà.
-Inutili nuovi muri
-Inutili nuove pareti
Non sanno i miei sfaceli
i mattoni di fango durissimi
arsi al sole.
Il tempo fucile
punta la speranza
ne sbianca i rifiuti
sferza l’aria intorno
uccide, ridisegnando illusioni
Ha fame di nuovi misteri
di crocifissioni.
Ma io volevo solo un tetto
un riparo fra coppi vecchi
e un’ edera verdissima
senza limiti.

Papaveri in declino – maggio 2023

Sono caduta dalle scale

La stanza degli specchi

Silenzio, anima mia, silenzio.
Lasciamoci
affondare, mentre albeggia il niente di un altro giorno.
Stordiamoci
finché sarà, fra quelle cinque dita di pelle bruciante.
La pelle … lei sì,
così morbida nel prendere la forma dell’insulto.
Complice
in questa livida schiavitù spacciata per amore.
Carezza
feroce, dalla stessa mano
sulla stessa pelle.

(2013)

@Donatella Pezzino

Video realizzato dalla poetessa Rosanna Gazzaniga, che ringrazio di cuore.

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